Firenze, 31 ott. 2008
“I feti, i neonati, gli infanti, i ritardati mentali gravi e
coloro che sono in uno stato vegetativo permanente,
cioe’ senza speranza, costituiscono
esempi di non persone umane. Tali entita’ fanno parte della specie
umana, ma non
sono persone“. L’affermazione
arriva da Gianfranco Vazzoler pediatra e componente della Consulta
di bioetica di
Pordenone che lo ha scritto nero su bianco
nella sua relazione al convegno su ‘Le sfide della neonatologia
alla bioetica e
alla societa’: le buone ragioni della
Carta di Firenze’ all”ospedale Meyer.
Per Vazzoler, infatti, “il neonato non
e’ una persona, perche’ persona e’ chi ha autocoscienza, senso
morale e
razionalita'”. Parlando di
rianimazione dei prematuri, “alcuni neonati sono neurologicamente e
fisicamente cosi’
compromessi – ha aggiunto il bioeticista –
da essere impossibilitati irreversibilmente ad acquisire il loro
potenziale di
conquista dei diritti. Non potranno mai
diventare persone e quindi il loro migliore interesse non sta nel
perseguire la vita”.
Una tesi duramente contestata da Gianpaolo
Donzelli, ordinario di neonatologia all’universita’ di Firenze
secondo il quale
quelle di Vazzoler sono affermazioni
“senza alcun fondamento scientifico ed etico”. “Vazzoler – dice
Donzelli
all’ADNKRONOS SALUTE – parla
esclusivamente a titolo personale. E le sue parole non hanno a che
fare ne’ con
l’ospedale Meyer di Firenze, ne’ con la
citta’ che ospita il convegno. Ma soprattutto non hanno alcun
significato per la
neonatologia italiana e neppure
internazionale”.
Al contrario, sostiene il neonatologo,
“si tratta di affermazioni che rappresentano soltanto il segno
della liberalita’ e della
‘agora” di pensiero presenti al
convegno, dove tutti hanno possibilita’ di esprimersi. Ma, proprio
in nome di questa stessa
liberta’ – prosegue Donzelli – una
volta ascoltato e compreso cio’ che ognuno dice si puo’ benissimo
prendere le
distanze”. Il neonatologo
dell’ateneo fiorentino parla con cognizione di causa: e’ infatti
uno degli estensori della carta di
Firenze, che riassume le buone pratiche
della letteratura scientifica di fronte a neonati fortemente
prematuri.
fonte ADNKRONOS (da www.padovanews.it)