Assagioli distingue nettamente
ciò che chiama l’esperienza del Se transpersonale (anche chiamata “esperienza
delle vette”) da ciò che è lo studio del supercosciente vero territorio della
Psicologia Transpersonale. Assagioli circa l’esperienza del Se transpersonale
scrive :

    “…è uno stato di coscienza che
può essere , ed è, sperimentato, vissuto, in certi momenti di elevazione, di
uscita dai limiti della consapevolezza ordinaria. In esso si prova un senso di
allargamento, di espansione senza limiti, pervaso da intensa gioia e
beatitudine. È essenzialmente ineffabile, non esprimibile in parole.

    Qui si viene a contatto col Mistero, con la Realtà suprema. Di questo
non posso parlare; è oltre i confini della scienza, della psicologia. Ma la
Psicosintesi può aiutare ad avvicinarsi, ad arrivare a quella soglia, e questo
è già molto
.”

    Come noto la Psicosintesi può
essere intesa come due momenti. Questi due momenti che coincidono con Psicosintesi personale e quella transpersonale non devono
necessariamente essere considerate la prima propedeutica all’altra, anche se
questo solitamente è ciò che avviene 
nella prassi della psicoterapia, ma come le parti essenziali di un unico
percorso, che continuamente si presentano e separatamente e contemporaneamente.
Inoltre quella transpersonale non è in psicoterapia qualcosa di necessario o in
qualche modo imposta dal terapeuta, anzi può non essere del tutto considerata,
anche se essa comunque rimane sotto forma di pieno rispetto e volontà di
contatto verso il Se del paziente.

    Con la Psicosintesi si
prospetta un potente sentiero all’autorealizzazione, del tutto conforme alle
ipotesi ed ai metodi della scienza odierna. Questo sentiero passa per l’azione
e la responsabilità diretta e noi non siamo più oggetti passivi dei capricci
del caos o della vita ma ne assumiamo in modo sempre maggiore il controllo,
accettandone il presente come inevitabile contenitore del passato, consapevoli
di preparare in ogni istante il proprio futuro. Il supercosciente è per
Assagioli un aspetto latente della dimensione umana, di norma queste
potenzialità sono inconsapevoli (inconscio superiore), esse corrispondono ai
valori e possibilità superiori dell’uomo, ma anche a ciò che, sebbene presente
alla nostra coscienza, eleva l’uomo ben più del solo raziocinio, dall’amore,
alla bellezza, dalla giustizia alla pietà, dagli slanci creativi
dell’intuizione artistica a quelli 
sofisticati e lucenti dell’intuizione scientifica ed ancora oltre fino
al divino che è in noi.

    Questo modello è anche metodo
che prevede strumenti e tecniche adeguate atte a provocare un movimento verso
l’immenso mondo interiore dell’uomo senza mai per questo abbandonare i
necessari requisiti di obbiettività e realtà fenomenica. La Psicosintesi, pur
accettando e non celando le difficoltà che tale processo di autosservazione di
sé comporta, si pone in armonia con il naturale, ed allo stesso tempo sacro,
incessante mutamento e rinnovamento dell’universo, legge alla quale tutto è
soggetto. L’uomo che nel suo libero arbitrio si oppone a tale mutamento, a
causa delle ferite che l’esistenza terrena comporta, si allontana sempre più
dalla propria intima e reale essenza, moltiplicando così il propria dolore, la
propria solitudine. La Psicosintesi allora può soccorrere nell’orientare ed
evocare il cammino interrotto.