All’età di nove anni per prima cosa cominciai a esaminare la realtà intorno a me,


e fu allora che mio nonno morì, all’età di ottanta.
Quando ne avevo ventitre vissi un periodo splendido e gioioso,
durante il quale morì un mio zio, all’età di settantasette.
A trentatre annii chiaramente sentivo la cupidigia in me, e l’irrefrenabile attrazione per il piacere,
mentre il mio amato padre morì all’età di settantatre.
Poiché dai tempi remoti a oggi ve ne sono ben pochi
che raggiungono l’età di cento anni, o anche settanta,
constatando questo, mentre i miei successivi anni andavano via,
di cosa avrei dovuto rammaricarmi?
Arrivando all’età di trentasei anni persi completamente il sonno profondo
e cominciai a chiedere ai miei fratelli maggiori
di dividere e distribuire i mezzi di sussistenza ricevuti in  eredità dai nostri famigliari.
Nell’esuberanza della vitalità arrivai in collisione con il Cielo,
mai regredendodal seguire la mia volontà e il piacere.
Ogni mattina, per anni, mi ritrovai a ubriacarmi,
feci passare ai più giovani momenti duri, truffai gli altri,
finché, trascorsi gli anni,mi ritrovai con lo stesso trattamento.
Diffamai mio fratello, mi rivolsi in malo modo a sua moglie
e divenni rude con tutto il mondo.
Non mi interessava accudire i miei beni famigliari e la mia stessa persona,
ci riflettevo sopra e speravo di ottenere pigramente
la stessa fortuna  e lo stesso benessere che vedevo agli altri,
mentre i miei beni sgusciavano fra le dita come nuvole volanti.
Il cruccio e l’odio di mia moglie e dei miei figli
cominciarono a montare come la volta celeste al suo culmine,
e dalla vendita dei beni di famiglia e delle proprietà ricevetti infine la mia parte
divisa in tre porzioni.
Le prime due le spesi per cibo e abiti, la terza per il vino,
come gli altri della mia famiglia mangiassero e vestissero non ne avevo idea,
mentre, ogni volta che pagavo il conto del vino, discutevo delle mie calamità.
A quarantasei anni potevo ancora competere
per una posizione di potere in società,
sebbene, nel competere, cominciai a esaminare con cura la mia intera persona.
Inaspettatamente, a questo punto, la condizione ordinaria della mia mente si ruppe,
e cominciai a scivolare nella pazzia e a comportarmi con totale eccentricità.
Non avevo nessun timore delle parole
di chi mi scherniva e mi dava del ridicolo,
ché, nel profondo del cuore, ciò che temevo era di restare al buio
pur tra la luce del sole, della luna e degli astri.
Finché, disposto in modo quieto, purificati i miei pensieri ed esaminato il mio corpo,
una nuova coscienza mi investì
tale che, per prima cosa, misi da parte mia moglie e i miei figli.
Cominciai a provare il desiderio di lavare la mia faccia,
di mantenere un aspetto curato,
malgrado chi mi conosceva pensasse ancora che avessi in mente di seguire qualche moda,
o di ostentare un certo stile.
Le ricchezze materiali della mia famiglia si erano completamente esaurite
e questo incrementava la mia sensazione di non avere più responsabilità.
Quello che temevo era soprattutto di lavorare come un cavallo o un bue,
per la  sopravvivenza di figli e nipoti.
Quando arrivai a cinquanta anni il tempo ormai mi premeva addosso,
e, se avessipotuto arrivare all’età di settanta, quanti giorni ormai restavano?
Il pericolo della strada che mi restava di fronte
era la retribuzione delle azioni compiute nel passato
il cui peso era difficile da dissolvere,
e tanto più se avessi atteso nella pigrizia sarei stato perduto.
Una volta perito il mio corpo umano avrei cessato di essere per centinaia di evi,
e come trovare rimedio in simili circostanze?
Devo sapere come porre fine al mio invecchiamento,
imparare a rimenere forte e salubre,
mi libererò da bara e dal strada per il camposanto,
per librarmi sulle nuvole e sull’acqua.
Librarsi sulle nuvole e sull’acqua, vi può essere nulla di più gioioso?
Senza più considerazioni e opinioni,  né pensiero alcuno, né falsa artificiosità
mio solo guanciale ora è il puro vento, trasmissione di un’esistenza precedente,
e unica ruota la luna rillucente, costante testimone della mia vita di un tempo.

"Canto del risveglio alla realizzazione del vero Se"

Tratto da "Taoismo Segreto", F. Zanello