La Sintesi, in ultima
analisi, è molto diversa dalla negazione, dalla scissione o
dalla rimozione, difese che la personalità (e la
società come entità sovraordinata) mettono in campo
per tentare di sopravvivere al cambiamento, in qualsiasi forma esso
si presenti.

Infatti la Sintesi è accogliere, esenti da giudizio e
pregiudizio, la luce e l’ombra, l’alto e il basso, "bene" e
"male", che costituiscono la nostra totalità, accettando
ciò che tendiamo a rifiutare per trasformare questa
divisione (che sta dentro e fuori ognuno di noi) in unione e
arrivare là dove queste divisioni non hanno più il
significato che troppo bene conosciamo.

La Sintesi non è mai somma aritmetica né gestaltica,
bensì possibilità concreta che ognuno di noi ha di
"vedere le cose" da un punto più elevato, da una prospettiva
che non separa ma comprende.

E, per arrivare a questo obiettivo, occorre incontrare ad ogni
tappa la polarizzazione e la separazione che fanno parte del nostro
bagaglio umano: solo così possiamo mettere tutto in
discussione e avanzare verso l’equilibrio dinamico fra gli
opposti, per poi avere fiducia che è nella nostra
straordinaria possibilità elevarsi ad un altro stadio dove
gli estremi si coagulano in una terza possibilità, fin’ora
sconosciuta.

La Sintesi degli aspetti parziali della nostra personalità
è trascendere i suoi componenti grazie all’azione
potente di un più alto principio regolatore: il Se.